La Società Messinese di Storia Patria, nata in seno all'Accademia Peloritana dei Pericolanti sul finire dell'Ottocento, vanta cento e più anni di "sottile e mutevole dialogo con la città" (S. Tramontana, 2003), e costituisce una delle sue più antiche istituzioni culturali. Una istituzione, questa, le cui benemerenze, oltre che nell'avere tenuto alto in ogni tempo l'interesse locale per gli studi storici, contribuendo ad innestare meglio le vicende territoriali in un continuum significativo non per la sola città ma per l'intera Sicilia, sono attestate dal pullulare delle attività pubblicistiche, che rappresentano di fatto un impegno di lavoro di forte rilievo e di notevole impatto culturale. Segnaliamo anzitutto l'«Archivio Storico Messinese», periodico che esce quasi ininterrottamente fin dalla fondazione del sodalizio, e ricordiamo altresì le numerose pubblicazioni, ordinate in più serie (numerose e variamente articolate) di collane parallele, dedicate alla illustrazione di più aspetti della storia locale: da quella politica ed economica, a quella culturale, religiosa, artistica. Il sostentamento economico di tale mole di lavoro, notevolmente accresciuta negli ultimi vent'anni, è stato reso possibile anno per anno, non tanto dagli introiti, in verità esigui, delle quote sociali, quanto dalla certezza dei finanziamenti di cui la Società ha finora goduto, soprattutto quelli erogati dalla Regione Siciliana. Né vanno dimenticati, peraltro, i contributi messi a disposizione dagli Enti locali, come l'Amministrazione Comunale e l'Università. Va sottolineato in particolare che i contributi dell'Ateneo si connettevano totalmente alla storia del sodalizio; una storia che ha visto intrecciarsi il legame tra Società e Ateneo non solo nel momento stesso della fondazione, ma ancor più in seguito alle dolorose vicende del dopo terremoto, allorquando, a seguito della ricostruzione dell'Ateneo, la Società e l'Accademia Peloritana, per merito del Magnifico Rettore dell'epoca, il prof. Gaetano Vinci, vennero accolte, con le rispettive dotazioni librarie, nei locali stessi del nuovo plesso centrale universitario pressoché contestualmente alla sua inaugurazione (1927). A questo proposito piace riportare le parole di Gaetano La Corte Cailler, che in un articolo, apparso su "La Gazzetta" del 6 gennaio 1932, dedicato a "La R. Accademia Peloritana e La Società messinese di Storia Patria", non manca di rilevare il rapporto simbiotico delle due istituzioni con l'Ateneo, sottolineando come sia stato il prof. Vinci che "avocò a sé [la Società Messinese di Storia Patria]; l'accolse nella magnifica sede della R. Accademia Peloritana; ne dispose con cura il materiale; ne ordinò la Biblioteca, ed aprì le comuni sale a tutti gli studiosi, indistintamente, con non poco vantaggio della nostra Cittadinanza", concludendo col dire: "Ed ormai gode l'animo nel visitare quei locali, con tanta cura, amore e dispendio messi su a maggior gloria di Messina che dei suoi figli non ha mai disperato". Da ultimo, ma non ultimo, va ricordato il sostegno offerto dall'Amministrazione Comunale, che ha contribuito in maniera costante fino ai primi anni 70. Un sostegno finanziario da più fonti, inizialmente paritario, per ragioni economiche intuibili ha subito nel tempo profonde variazioni. Se i fondi regionali, pur riducendosi progressivamente in questi ultimi anni, hanno continuato a costituire la principale fonte del nostro sostegno economico, consentendo l'incremento quantitativo e qualitativo delle realizzazioni, i rimanenti, già importanti, sono andati prosciugandosi, essendo da tempo cessate tanto le erogazioni dell'Amministrazione Comunale che quelle dell'Amministrazione universitario, garantite fino al tempo del compianto rettore prof. Salvatore Pugliatti.